Siamo figli della storia.
Inserito il 16 11 2017
Cari amici,
settimana scorsa abbiamo affrontato un argomento decisamente moderno e tecnologico. Oggi invece vi racconto una breve storia appartenente al passato, più precisamente risalente al 79 d.C.
Questa data vi ricorderà sicuramente l’eruzione del Vesuvio che distrusse parte della costiera amalfitana, allora caratterizzata dalle ricche e sfarzose ville dei patrizi romani.
Nel 2015, durante alcuni scavi (presieduti dalla soprintendenza per l’archeologia della Campania) di una villa aristocratica appunto distrutta dall’eruzione, sono stati ritrovati affreschi straordinari sia per qualità artistica che per esecuzione e suppellettili che testimoniavano la vita quotidiana del tempo.
La parte che più interessa noi è stato il ritrovamento di una Cassaforte all’interno della villa oggetto degli scavi: un vero e proprio armadio blindato con tre lati in legno rivestiti internamente di ferro e uno sportello sempre in ferro chiuso da una lunga sbarra metallica.
Il contenuto della cassaforte ci fa comprendere lo status sociale della famiglia: alcuni oggetti in bronzo come brocche, tazze e situle per i simposi e altri beni in bronzo ingombranti. Molto probabilmente la famiglia era scappata da casa con i soldi e i gioielli alle prime scosse di terremoto, lasciando invece nel forziere i beni più pesanti e impossibili da trasportare.
È stato difficile per gli archeologi recuperare la cassaforte, che si trovava in un cumulo di detriti vulcanici di cinerite molto compatta, pezzi di intonaco dipinto e altri oggetti. La cassaforte e tutto il materiale della casa si trovava ammassato, come se fosse stato spinto con violenza…forse da uno tsunami.
La struttura della cassaforte vecchia di ben 1938 anni, era decisamente moderna: pareti doppie costruite con due materiali differenti, il legno e il ferro, e uno sportello completamente in ferro. Niente male anche la chiusura: una lunga sbarra metallica pesantissima. Immaginatevi che fatica dover aprire e chiudere ogni volta questa cassaforte.
Abbiamo sicuramente fatto dei grandi passi avanti in questo settore, tuttavia mi sembra un ritrovamento archeologico straordinario per l’umanità: ancora una volta la storia ci insegna che “non abbiamo inventato nulla” e che grazie ai romani vantiamo ora una cultura ingegneristica straordinaria.
E voi, cosa ne pensate? Buona giornata,
Marcello Guerrieri